San Giorgio di Valpolicella Ingannapoltron

di Giuseppe Luca Castellani

Storia e Cultura del Borgo con foto, video e racconti….

  • /ultimo agg. 18 marzo 2024
  • in fase di pubblicazione una interessante raccolta di vecchie foto che ritraggono cavatori di San Giorgio mentre lavorano nelle vicine cave di lastame.

Ingannapoltron…. ci sono diverse opinioni in riguardo a questo nomignolo del borgo. Un primo tentativo di spiegare l’origine del nome trova radici nella parola “manna” cibo commestibile e citato nella sacra bibbia, con il quale gli ebrei riuscirono a sfamarsi nel lungo attraversamento del deserto verso la terra promessa. Il cibo diventava quindi un tramite fra loro e Dio. Gli Arusnati questo antico popolo pagano della Valpolicella consumavano le Fave sopra le tombe dei defunti credendo nell’immortalità dell’anima.

Successivamente e da una logica traduzione del significato dialettale ci si convinse che la parola indicava semplicemente un luogo visibilmente vicino dalla pianura sottostante, ma nello stesso tempo faticoso per il “poltron”, ovvero colui che non voleva faticare camminando in salita per raggiungere il luogo.

“San Giorgio di Valpolicella coglie il visitatore per la sua posizione collinare che domina la pianura e la vicina Verona. Il lago di Garda sullo sfondo e visto dalla piazza centrale del paese, offre un panorama invidiabile, specialmente nel tardo pomeriggio e al tramonto, quando il sole scende lentamente creando un’atmosfera incantevole.”

La Pieve

A seguito delle prime invasioni Barbariche, nei primi secoli del Medioevo, le notizie relative alla zona si perdono. Non si sa di preciso quando la religione Cattolica sia penetrata in Valpolicella, ma di sicuro si può dedurre che la prima Chiesa Cristiana sorse sulle rovine dei vari santuari ” Arusnati”.
La Pieve di San Giorgio è il più famoso ed importante monumento della Valpolicella, e la chiesa più antica del Veronese costruita totalmente con la pietra locale.
Al suo interno molto importante è la presenza di “un’ara” con dedica al Sole ed alla Luna, situata alla base di una colonna della navata.
Ad occidente, nel corpo centrale, la navata è molto elevata e presenta un’abside che corrisponde alla parte centrale.


Sul lato meridionale invece sono rette da quattro pilastri in fila e da tre colonne, una delle quali ha come basamento “l’Ara Romana” di cui parlato precedentemente.
Seguendo l’iscrizione incisa sopra una colonnina del “Ciborio” riportante la data 712, gli studiosi hanno dedotto che l’epoca di costruzione della Pieve fosse proprio la stessa della costruzione del ciborio e cioè nel secolo VIII.
Nel corso dei secoli la Pieve seguì delle ristrutturazioni, e nel XII sec. la parte Orientale della Basilica fu ricostruita, la pianta della Chiesa subì un allungamento.
Nello stesso periodo fu edificato il Campanile, tutto in pietra locale e con un’altezza di ca. 40 mt.
Nel 1923 con la ricostruzione del Ciborio ad opera del Da Lisca, le pareti dei muri interni della Chiesa subirono una ristrutturazione, in prativa vennero fugati.

Il Ciborio

Di epoca Longobarda, come già detto, fu costruito al tempo di re Liutiprando nel 712, e dalle iscrizioni incise, vi si legge che a Verona in quel tempo Domenico era Vescovo.
Il fatto che un re facesse imprimere il suo nome su un simile manufatto sta ad indicare secondo gli studiosi, l’importanza che la Chiesa doveva avere in quel periodo. Ciò si avvale con la presenza in luogo della “Collegiata”.
Il Ciborio è a forma di baldacchino con quattro archivolti e quattro colonnine poggianti sopra la mensa dell’altare maggiore, nel vano presbiteriale dell’abside orientale.
Dal testo inciso, i nomi degli scultori, Orso capomastro e i suoi due discepoli Gioventino e Gioviano.
Il Ciborio, conta di tre capitelli originali, e di quattro archivolti.
Due di questi, i più antichi, (uno con croci gigliate e colombe, l’altro con i tralci di vite, hanno evidenti elementi mediterranei e germanici.
Il restauro del Ciborio fu opera di Giorgio Turri, e la ricostruzione come detto fu opera del Da Lisca.
sulla colonna di sinistra, un’iscrizione ricorda che il Ciborio fu costruito con le offerte in onore a San Giovanni Battista, al quale è dedicata la Pieve.

Il Chiostro

Risalente al XII secolo è situato presso le absidi romaniche e comunica con l’interno della chiesa.
Una porta conduce alla Collegiata.

La Collegiata

Di San Giorgio di Valpolicella si trova traccia nella bolla di Eugenio III nel 1145.
La Collegiata veniva descritta come un collegio di preti, indicati come canonici.
Lo scopo era quello di formare giovani sacerdoti che con lo studio avrebbero avuto l’opportunità di raggiungere i gradi superiori dell’ordine gerarchico canonico.
La Pieve in quel periodo aveva una giurisdizione su parecchi paesi limitrofi : Dolce’, Ponton, Volargne, Cavalo e Monte.
Fino al 1400 erano i sacerdoti della Collegiata che praticavano l’attività religiosa negli altri luoghi di territorio.